Poche nozioni importanti

Le nostre prede saranno rappresentate da  occhialoni , da grossi scorfani di fondale, da pesci lama e sugarelli di grosse dimensioni, da gronghi enormi,  grandi scorfani rossi e da capponi. Altre prede possibili  potranno essere le cernie, i dentici e le razze. Naturalmente, per stare tranquilli, occorrono barche sicure, lunghe non meno di 8 metri, con una buona motorizzazione veloce, strumenti di radio posizionamento, ecoscandagli di portata considerevole,  buone capacità di navigazione. Si consiglia di essere almeno in tre persone ed infine tanta passione. Si pratica sempre a grande altura su secche che si elevano da profondità abissali per salire a "poche" centinaia di metri. Di norma le postazioni migliori sono quelle caratterizzate da considerevoli dislivelli. Per l'individuazione delle secche sono sufficienti talvolta, le indicazioni forniteci dalle comuni carte nautiche  ma si consiglia l'uso di un buon ecoscandaglio e di un GPS, con questo tipo di strumenti si potranno scoprire nuove formazioni rocciose a volte  non riportate nella cartografia marittima. Naturalmente ogni punto  comunque rilevato, sarà marcato nella memoria della strumentazione elettronica di bordo. Il bello di questo particolare tipo di pesca dalla barca, consiste nel fatto che fatta salva una  priorità per i mesi più freddi,  non ci sono stagioni o orari e indipendentemente dai tempi, potremo sempre imbatterci in una o più specie  presenti in zona. Potremo insomma pescare in ogni stagione ed a qualsiasi ora sempre ché, si intende, le condizioni meteo marine c'è lo permettano.
 

 




 

Le attrezzature

Precisiamo che le indicazioni che seguono sono valide per fondali alti da 100 metri a 200,  a livello dilettantistico, ma man mano che cresce la profondità, la potenza degli attrezzi dovrà essere progressivamente adeguata soprattutto per quanto riguarda il diametro dei fili (lenza madre e terminale), alle zavorre ed alla dimensione degli ami. Il dacron della lenza madre parte da un minimo di 20 fino salire fino a 80 lb, il diametro del nylon dei finali potrà passare dallo 0,60 al 100 e il peso dei piombi parte dai 2-3 etti fino a raggiungere il chilo, lo stesso discorso vale anche per le canne e i mulinelli. Per il bolentino fino a 100 mt. Andranno benissimo delle robuste canne  di lunghezza compresa fra i 2 ed i 2,70 metri, con azione di punta piuttosto rigida. I relativi mulinelli saranno a tamburo fisso con bobine di elevata capienza, tali cioè da contenere almeno 300/400 metri di dacron da 30 libbre oltre 100/400 mt. come mulinello bisogna utilizzare quelli elettrici, data la grossa profondità. Si possono impiegare anche normali canne da traina supportate dai rispettivi mulinelli (a tamburo rotante) purché questi ultimi siano almeno del numero 6/0 al fine di evitare che salpando la lenza si impieghino tempi  interminabili. Il filo più adatto è il dacron il quale, data la minore elasticità rispetto al nylon, consente di avvertire meglio le toccate anche se non violente; è preferibile orientarsi verso le basse sezioni (dalle 20 alle 30 libbre) per ridurre al massimo l'inclinazione delle lenze determinata dalle correnti sottomarine o dallo spostamento della barca. Anche con queste misure avremo entro certi limiti la possibilità, con una dovuta pratica (sopratutto con la frizione), di aver ragione di prede di notevoli dimensioni e combattività. Per costruire i terminali useremo il nylon con corpo  dello 0,60 lungo 1,5 mt. a metri 6 e recheranno sei braccioli con i relativi ami, numero massimo consentito per legge nel bolentino sportivo. All'inizio e alla fine del "corpo" piazzeremo due robuste girelle con moschettone destinate la più alta al collegamento con la lenza madre e la più bassa all'aggancio del piombo. I braccioli, in nylon dello 0,50, saranno lunghi 15-20 cm. scaglionati mediante l'impiego di girelle a tre vie, ad identici intervalli. Gli ami (a paletta, stagnati, corti, dritti o appena storti) saranno dei numeri compresi dal 9 al 13.  Il piombo ideale è a cono, a piramide o a sfera  in rapporto della profondità, della corrente, della sezione della madrelenza o che si peschi sull'ancora o in deriva. Sarà di peso variabile compreso fra i 300 e i 500 grammi.

 

Altri attrezzi necessari sono il guadino a bocca larga, il gancio di, le pinze per slamare le prede più pericolose, i guanti, capienti contenitori di plastica per le esche e per il pescato, una o più panciere da combattimento. L'esca consigliata è la sardina che, oltre ad essere la più gradita dai pesci che vivono negli abissi, è di solito di facile reperibilità in ogni periodo dell'anno, anche se surgelata conserva in gran parte il suo potere attirante. L'innesco classico è quello a tocchetti (3-4 pezzi per ogni singola unità); ma può risultare proficuo anche guarnire qualche amo con una sarda intera ovvero tagliata a metà.  Altre esche, integrative non alternative, possono essere costituite da filetti di totano o calamaro, da piccoli polpi o seppie e alici.

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